“Noi siamo la lista del dialogo”, così Monica Partel ha definito Lab2.0. Infatti la parola “dialogo” ricorre spesso nell’intervista rilasciataci dalla giovane candidata sindaco: un dialogo a tutto tondo, a tutti i livelli, o quasi. “Il Comune non è, e non può essere, la panacea a tutti i mali, può essere uno stimolo, un portatore di idee ed iniziative”.
Nulla però può veramente cambiare senza un confronto continuo e un’unione d’intenti: occorre quindi che la popolazione faccia la sua parte (intesa nel suo complesso, quindi ogni fascia d’età e ogni gruppo sociale), così come le altre amministrazioni comunali, la Comunità e la Provincia devono diventare interlocutori attivi e fidati.
Il programma propone grandi temi (turismo, lavoro, giovani, ambiente e territorio) e li affronta attraverso un processo critico di osservazione e valutazione, con “il coraggio di cambiare e anche quello di conservare ciò che c’è di buono”.
Il nuovo Comune di Primiero San Martino di Castrozza, secondo l’ipotesi di Monica Partel, diventerà unico a livello amministrativo, a livello identitario sarà invece suddiviso in tre macro-aree e organizzato con quattro ASUC per la gestione degli usi civici degli ex-Comuni.
Grande attenzione è rivolta ai giovani e alle famiglie, con l’ipotesi di creare un Liceo della Montagna e servizi mirati per permettere ai lavoratori nel settore turistico di dividersi serenamente tra casa e lavoro.
Quello di LAB2.0 è sicuramente un programma corposo, che attraverso la volontà di dialogo e un processo di analisi critica si propone di migliorare la qualità della vita di tutta la valle, passando inevitabilmente per il turismo. Il dialogo come chiave di volta di un progetto politico: “noi siamo la novità”, afferma Monica, “non abbiamo cercato accordi con persone che da anni cavalcano le scene: la linfa nuova siamo noi, perché siamo completamente slegati da ciò che è stato nel passato”.
Intervista completa a Monica Partel
Com’è nato il vostro gruppo?
Il nostro è un gruppo nato in occasione delle elezioni, composto sia da persone che ormai da anni sono impegnate nel sociale, sia da persone che per la prima volta si mettono in gioco. Tutti noi viviamo sul territorio e portiamo esperienze e professionalità varie. Siamo una squadra eterogenea, ma nonostante la diversità, ci siamo ritrovati tutti sulla stessa lunghezza d’onda, come se da sempre avessimo condiviso le stesse idee.
Il nostro gruppo è nato in modo spontaneo: il tutto è partito da una chiacchierata tra me e Nicola Chiavarelli, poi sono stati coinvolti Stefano Debertolis e Giovanni Tavernaro. Il gruppo si è quindi via via allargato a persone senza esperienza politica, liberi da legami, preconcetti, apartitici, ma con la voglia di partecipare attivamente sul territorio di Primiero.
Perché hai deciso di candidarti?
Non l’ho deciso io, è stata piuttosto una scelta emersa dalla squadra, di cui mi sento di far parte alla pari di tutti gli altri. Volevamo lanciare una sfida: quella di candidare una persona giovane e una donna, ed io mi son trovata ad incarnare questi requisiti.
Ho accettato subito la sfida, che interpreto in realtà come una doppia sfida: da un lato rappresentare e portare avanti le idee del gruppo LAB 2.0, dall’altro voglio essere da stimolo ai giovani affinché si riavvicinino al mondo della politica inteso come impegno per cambiare la situazione, per fare e collaborare attivamente per il proprio territorio. Se non siamo noi giovani a muoverci per migliorare in nostro futuro, chi lo deve fare?
Il vostro obiettivo è vincere?
Siamo realisti! Vincere contro una coalizione con 3 liste è dura, ma non ci diamo per vinti. Non so quanti voti riusciremo ad ottenere, tutto dipenderà dagli incontri pubblici, da come riusciremo a raggiungere la popolazione con le nostre idee.
Che cosa distingue la vostra lista dalla altre?
Molte tematiche sono espresse in modi simili, per non dire uguali, da tutte le liste. Noi però cerchiamo di affrontarle senza grandi proclami e piuttosto partendo dal piccolo, è infatti dalle piccole cose che si costruiscono i grandi progetti. Partiamo dunque dai problemi piccoli, risolviamo quelli e poi affrontiamo le problematiche più annose. Un esempio è quello degli orti: non è niente di nuovo, l’affitto o la concessione di aree orticole è nelle città una prassi consolidata da anni. Perché da noi no? Diamo quindi alla gente che non ne ha la possibilità, attraverso il comodato d’uso, di gestire un fazzoletto di terra: un piccolo passo per risolvere un problema territoriale, paesaggistico e anche di economia e bilancio familiare.
Ti senti più di destra o di sinistra?
Non ho destra e non ho sinistra. Ho a cuore la mia valle, l’intera valle di Primiero e non solo il mio Comune.
Chi hai votato alle ultime elezioni politiche?
Non mi ricordo.
Quali sono le problematiche più grosse a Primiero?
Il problema più grande, soprattutto per la mia generazione, è il lavoro. I giovani se ne vanno dalla valle, non per scelta bensì per obbligo. Se continua così ho paura ad immaginarmi la valle tra trent’anni: chi sarà rimasto? Sarà una gigantesca casa di riposo?
Studiare e lavorare altrove è positivo: si va a raccogliere, ma poi serve che le novità e le capacità siano riversate anche sul territorio. Voglio dare ai giovani la possibilità di tornare, diventando un interlocutore politico credibile a attento.
Non c’è dubbio che siamo una valle a vocazione turistica, ma prima dell’ospite veniamo noi abitanti. Siamo innanzitutto una popolazione che abita il territorio e poi, e solo poi, una popolazione che ospita il turista. Mi accorgo infatti che ci proiettiamo sempre verso il turista e guardiamo poco a noi stessi, non per nulla il primo punto del nostro programma riguarda la famiglia. Cerchiamo quindi di avere servizi adatti per uomini e donne che lavorano nel turismo, una rete polifunzionale per ottimizzarne il tempo e lo spazio lavorativo e libero.
Se si rilancia il turismo si crea ricchezza per tutti. Bisogna quindi rilanciarlo e nel modo giusto. Io posso avere il programma più bello del mondo, ma deve esserci la volontà da parte di tutti, di ogni fascia d’età e dei molti gruppi sociali, affinché ci sia lo slancio giusto. Le soluzioni non possono scendere dall’alto. Proponiamo un processo dialettico, un confronto mirato alla ricerca di intenti comuni. Ci vuole una fila di rematori, amministrazioni, cittadini, imprenditori, che spingono verso la stessa direzione.
Come giudichi le vecchie amministrazioni?
Io non voglio giudicare, è inutile farlo. Tutte hanno la loro opinione sul passato ma ora siamo nel 2016: è una pagina bianca tutta da scrivere. Bisogna ripartire da quel che è stato fatto, valutarlo con il giusto distacco critico, e avere il coraggio di cambiare, di trasformare o anche di mantenere quel che c’è di buono.
Per esempio noi vogliamo rivalutare tutte le strutture preesistenti sul territorio, analizzare cosa funziona e cosa va riqualificato, dare loro nuova vita e sfruttarle appieno. Si veda il campo da calcio di Siror: al momento non viene utilizzato, al suo posto potrebbe essere realizzata, in via ipotetica, una nuova sosta camper.
Come ti rapporterai agli altri Comuni?
La parola chiave è dialogo. La visione del nuovo Comune deve essere di valle, da Caoria a Sagron. Quindi dialogo e unione d’intenti.
Come valuti un’eventuale fusione con gli altri Comuni?
È prematuro parlare subito di fusione, anche se la strada non può essere che quella. Però i tempi di realizzazione sono imprecisati, in quanto prima dobbiamo assestarci sia a livello amministrativo che a livello di cittadinanza. Rispetto ai quattro piccoli Comuni di partenza, ora il Comune di Primiero San Martino di Castrozza conterà 5.400 abitanti con una nuova sede centrale a Fiera. Una volta capito il passo che dobbiamo avere noi possiamo allargarci, e chiedere agli altri.
Si è spesso parlato della perdita d’identità dei paesi.
La nostra idea è quella di organizzare il territorio in tre macro-aree: Fiera, Pieve e Transacqua andrà a definirsi come aree commerciale, Siror e Tonadico come area culturale e agricola, invece San Martino e Passo Rolle come area turistica. Ognuna di esse con la propria identità, senza competizione e campanilismi. La scelta della tripartizione non l’abbiamo inventata noi: ma rispecchia quello che già c’è, quello che si vede dall’esterno, che trova e percepisce il turista o visitatore.
Ciò non significa eliminare l’identità e le prerogative dei quattro paesi. Infatti sulla questione usi civici dei quattro ex-comuni, intendiamo creare 4 ASUC con bilanci separati da quello comunale, come esistono già in altre realtà in Trentino. Sarà quindi loro il compito di decidere, indipendentemente dal Comune, come investire i soldi nei rispettivi quattro territori.
Hai partecipato al progetto di fusione?
Personalmente non ho partecipato al percorso che ha portato alla fusione, nonostante fossi convinta della sua necessità fin dall’inizio. Ho infatti aderito alla raccolta firme promossa nel 2014. Penso che l’unione faccia la forza: il piccolo Comune, anche nel dialogo con la Provincia, non ha un grande potere esecutivo e contrattuale.
Nel caso la vostra lista risultasse vincitrice, hai già in mente la composizione della tua Giunta?
Non ci abbiamo mai pensato. Ma dipenderà anche dalle preferenze ottenute dai singoli. Prima però bisogna pensare a metter in campo le nostre idee, che vanno ben oltre la singola persona.
Come ti poni di fronte al finanziamento grandi eventi?
Siamo consapevoli che i Grandi Eventi sono supportati da una grande base di volontari: ogni famiglia a Primiero ha un componente che fa volontariato in qualche modo, ed è coinvolto in qualche associazione. Il volontariato a Primiero rappresenta una realtà forte e positiva e l’amministrazione deve sicuramente essere aperta e propositiva verso questa risorsa.
Credo che i criteri di assegnazione dei finanziamenti debba seguire una scelta matematica, basata sull’indotto che la manifestazione porta. Prendiamo ad esempio Mezzano Romantica dove, dati APT, 1€ di spesa si traduce in 4€ di indotto sul territorio. Le soluzioni sono molteplici e non si può vivere di soli finanziamenti pubblici: dovremmo iniziare a pensare con una logica più anglosassone, legata al mondo delle sponsorizzazioni private.
Discorso a parte per gli eventi non turistici, gli eventi dedicati al paese, che devono attingere ad un altro fondo “piccoli eventi”.
In questo contesto quanto è realmente importante la qualità degli eventi?
Credo che tutti gli eventi siano qualitativamente elevati, anche se diversi per target, o altro. Molti di questi eventi sono collaudati da anni con una organizzazione di un certo livello: consolidata e capace. Dobbiamo farci conoscere all’esterno con eventi importanti come la nuova Maratona delle Dolomiti, capace di darci una grande visibilità e un alto ritorno economico.
Nel vostro programma si parla di un possibile marchio.
Un marchio commerciale s’intende: registrato e dotato di regolamento d’adesione, aperto a tutta la valle, da Sagron a Caoria. Rappresenta uno stimolo verso un’unità di appartenenza ed è un importante strumento di promozione della valle. Qui non stiamo inventando nulla: basti considerare le esperienze delle vicine valli di Fassa e Fiemme. In più esso rappresenta una protezione legale rispetto a chi utilizza il tuo marchio e quindi la tua identità.
Quali saranno i tre primi interventi una volta eletti?
La primissima azione sarà quella di aprire canali di dialogo: alzare il telefono e chiamare i Comuni vicini di casa per indire un incontro tra tutti. La seconda sarà invece quella di ragionare con gli interlocutori “alti” come Comunità e Provincia. La terza consisterà nel dare un ordine prioritario alle problematiche e alle questioni da risolvere, con una calendarizzazione degli interventi.
Parliamo di alcuni esempi concreti da affrontare: Ingros, Passo Rolle, scuola musicale, immigrazione e macello.
Per il caso Ingros non possiamo che muoverci all’interno della legge, con delle sentenze che parlano chiaro. Non ho una soluzione pronta all’uso, ma la garanzia di un approccio giuridico, vagliando le varie possibilità che hanno il minor impatto per il territorio e gli impiegati.
Per quanto riguarda la strade del Rolle, siamo quasi tutti firmatari della petizione che vuole la galleria. Dobbiamo certamente risolvere questa questione una volta per tutte: la neve continuerà a scendere e quindi il problema è reale e va risolto, anche con un investimento importante.
Sulla scuola musicale, non sappiamo ancora se sarà realizzata la nuova sede, né se arriveranno o meno gli aiuti dalla Provincia. Al momento dovrebbe essere ospitata nell’ex municipio di Transcaqua. Credo che la scuola musicale rappresenti un valore e vada sicuramente supportata.
Quella dell’immigrazione è una questione da affrontare su più livelli: innanzitutto innestare dialoghi con chi si occupa della questione a livello professionale, poi è necessaria una campagna informativa rivolta alla popolazione, a Primiero c’è troppa disinformazione su questo argomento.
Il macello invece è un discorso di competenza della Comunità. Serve un attento studio di fattibilità che si basi sui numeri.
Esiste poi un problema relativo alla scuola superiore.
Serve un cambiamento nel modo di ragionare: non bisogna fare proselitismo dando o promettendo benefit agli studenti o alle famiglie che iscrivono i figli a Primiero, occorre invece creare una scuola che attiri i giovani magari anche da fuori valle. Potrebbe essere una scuola dedicata al turismo e alla montagna (l’esempio è il Liceo Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna di Tione), che vada dunque a dialogare con le vocazioni del nostro territorio: una scuola su misura per la nostra valle.
Credo anche che gli studenti che studiano qui a Primiero, primierotti o meno, debbano uscire dalla valle per raccogliere il più possibile, arricchirsi professionalmente e tornare per realizzare qualcosa sul territorio, reinvestendo quello che hanno raccolto fuori. La mia Amministrazione sarà sempre aperta a tutti i giovani che vogliano intraprendere questo percorso: valutiamo le loro proposte e il Comune cercherà di fare il possibile per sostenerle nelle prime fasi e semplificare l’avvio del progetto.
Cosa intendete fare per il problema dell’occupazione?
Servono politiche di ampie vedute, a lungo termine per creare lavori duraturi: una politica che deve vedere uniti l’amministrazione e gli abitanti. La popolazione tutta, a tutti i livelli, deve entrare in un’ottica nuova, per cui dobbiamo fare fronte comune alle esigenze della valle.
Sul vostro programma si parla poi di sicurezza, di telecamere.
Quello dei furti è un problema che ciclicamente investe Primiero. Pensiamo che l’installazione di alcune telecamere nei punti maggiormente sensibili possa essere sia una possibile risoluzione del problema, sia un deterrente. Ci rendiamo conto che la loro utilità è altissima nell’interesse della collettività, sempre nei limiti della salvaguardia della privacy dei cittadini.
Come vedi la situazione attuale di San Martino?
La divisione di San Martino tra due comuni, Siror e Tonadico, era una problematica non da poco perché portava ad avere due interlocutori diversi che regolamentavano e interagivano in modo differente. Il semplice fatto che oggi l’interlocutore sia diventato unico è già un passo avanti.
Se San Martino sta vivendo un momento difficile non dipende però dalle amministrazioni, o almeno non solo da esse. Penso che si sia dormito sugli allori per troppi anni. Il livello alto-altissimo raggiunto nel passato è parso a tutti una garanzia eterna, ma il mondo corre e anche Primiero deve mettersi a correre, anzi, a rincorrere.
Noto poi una differenza forte tra San Martino e il fondovalle: San Martino vive di stagionalità, ha quindi un calendario ridotto a pochi mesi, il fondovalle invece è più attivo anche fuori stagione, le iniziative vanno da maggio a ottobre. Ciò dipende però non tanto dal Comune ma dalla popolazione, che deve essere attiva in questo senso, deve destagionalizzare.
Un esempio di destagionalizzazione è quello della ciclabile 4 stagioni: puntare sul turismo a due ruote per tutto l’anno, quindi tener sempre puliti i percorsi ciclabili e ampliarli collegandosi con l’esterno.
Quanti alberghi ci sono a Primiero San Martino?
So che sono circa 80 in tutta la valle, con circa 400 appartamenti soci APT. Conosco questo dato perché partecipo alle riunioni dell’APT.
Queste vostre domande sui numeri mi fanno ripensare ad un grosso problema del territorio di Primiero, che è il reperimento dei dati. Come si fa a sapere quanti sono gli alberghi? Se si chiede all’APT si viene in possesso dei dati relativa ai soci; e gli altri? I soci di Primiero Iniziative? Emerge ancora una volta la frammentazione che attanaglia Primiero: amministrativa, economica, sociale, imprenditoriale.
E quanti voti pensi di ottenere?
Non lo so. Mi si dice che molti a Primiero sono stuzzicati dalla nostra lista perché composta da persone nuove. Ma allo stesso tempo la novità spaventa, serve esperienza ci dicono: ma cosa significa esperienza? Può essere migliore la novità piuttosto che un’esperienza negativa. E poi chi dei tre candidati ha mai amministrato un comune da 5.000 abitanti? Abitanti che non hanno mai vissuto assieme? Nessuno. Io non ho esperienza, ma ho la buona volontà e intendo lavorare per il bene di tutti.
Perché secondo te non è stata presentata una lista UPT?
In realtà tutti i partiti mancano. Si può dire che manca la lista dei big. Non so il perché di questa assenza, non credo dipenda dalla difficoltà di creare un lista.
Alcuni vedono delle somiglianze tra la vostra lista e quella di Futuro comune.
Effettivamente ci assomigliamo, tant’è che abbiamo cercato una collaborazione con loro. Ma ci hanno risposto che avevano il loro candidato e poi abbiamo saputo del loro accordo con Daniele Depaoli.
Non abbiamo cercato accordi con nessun altro, soprattutto con persone che da anni cavalcano le scene. La nostra sfida è stata quella di avere il nostro candidato, anche se non forte e popolare. Vogliamo essere la vera linfa nuova, perché siamo completamente slegati da ciò che è stato nel passato, siamo noi la novità e il cambiamento.
Una parola per definire la vostra lista.
Dialogo.
Cosa ne pensi?