Economia Turismo

Turismo e allevamento: al via il gemmellaggio stalla-albergo

Scritto da Angelo Longo

Il terzo appuntamento del progetto “Nutrire il domani” si è svolto mercoledì 5 aprile a Palazzo Scopoli: edificio quattrocentesco che diverrà, a partire dalla prossima estate, la Casa del Cibo di Primiero. Questo incontro tra allevatori e albergatori sancisce infatti l’avvio delle attività legate alla cultura alimentare che animeranno il Palazzo con mostre, eventi e degustazioni.

Seduti in cerchio nell’ampia e luminosa mansarda si è discusso del rapporto tra agricoltura e ospitalità, tra territorio e turismo. Un rapporto spesso ambiguo che fa leva su parole chiavi quali “autenticità”, “località”, “tipicità” usate molto spesso con superficialità, come semplici slogan pubblicitari. Ma questo progetto, come già raccontato negli articoli precedenti, cerca di scavare dentro questi concetti stimolando la riflessione. Sappiamo infatti che il turismo di impostazione industriale è finalmente agonizzante, quel modello-unico basato sull’idea di crescita continua e illimitata, che usava il territorio come semplice palcoscenico dove piazzare modelli standard senza tener conto della storia, della cultura, delle caratteristiche umane e naturali del luogo. Cresce invece un nuovo modello di turismo che Enrico Camanni definisce “turismo artigianale”: un tipo di attività che si modella sul territorio e che richiede un turista più attento perché in possesso di “un altro occhio e un’altra testa”. Si deve tornare all’idea di viaggiatore: colui che visita un luogo “per coglierne un po’ d’anima” e lo fa in maniera lenta e profonda (per approfondire questi concetti vedi l’intervento di Camanni al convegno Una montagna di opportunità – L’avvenire di Ayas e delle Alpi tenutosi a Champoluc il 3 dicembre 2016).

Cosa c’è di “autentico, locale e tipico” a Primiero? Le montagne rosa, i boschi innevati, la tosèla coi fònghi …e poi? È ora di andare oltre l’ottica paesaggistica e superare la promozione estetico-dolomitica della natura bella da guardare e mangiare, per valorizzare la principale risorsa di Primiero: i suoi abitanti, ovvero chi la valle la abita 365 giorni l’anno creando fitte relazioni tra uomo e ambiente cariche di cultura e sentimento. L’allevatore ben rappresenta questa densità tra uomo e natura: vive e usa il territorio, produce e crea economia. L’allevatore (ma altre categorie potrebbero poi aggiungersi) è – non lo possono negare neppure gli “scettici” – un portatore di esperienza “autentica, locale e tipica”. Ed è proprio un turismo legato all’esperienza quello che oggi va per la maggiore, come riferisce Chiara Massaccesi: “ciò che in futuro farà la differenza non sarà soltanto la varietà delle proposte, ma la capacità di creare esperienze. Ossia, coinvolgere il turista in prima persona, emozionarlo e renderlo co-creatore della propria vacanza”. E stando agli ultimi studi ben il 48% dei turisti scegli di fare una vacanza all’insegna del cibo (dati tratti dal Food Travel Monitor 2016 a cura della World Food Travel Association,  la cui ambasciatrice per l’Italia,  Roberta Garibaldi, sarà prossimamente a Primiero; per approfondire scarica il report completo).

Alla luce di questi dati l’idea di un gemellaggio tra stalle ed alberghi sempre sfiorare la banalità. Infatti: come presentare in modo immediato e chiaro il territorio di Primiero al turista? Come legarlo al tema del cibo? Semplicemente portando gli ospiti degli alberghi dai portatori di esperienza, quindi in stalla e poi in Caseificio, in modo tale da seguire la filiera del latte dalla materia prima fino al prodotto finito. Ed ecco che “Nutrire il domani” ha avviato il percorso, una ricetta che prevede: 14 stalle, 8 alberghi, 1 operatore del Caseificio. Il tutto va condito con un po’ di disponibilità (sottolineerei questo termine: disponibilità al dialogo, al confronto, alla critica e quindi alla crescita; cosa per niente scontata in noi primierotti!) e con la giusta dose di preferenze e necessità. Saranno tre le azioni concrete: inserire la visita in stalla tra le attività proposte dagli hotel ai propri ospiti, realizzare poi l’incontro con l’allevatore nella propria azienda e infine una degustazione in hotel curata dal Caseificio. Tre azioni da intendersi però come un unico momento di confronto culturale dove allevatori, albergatori e caseificatori potranno raccontare di sé, presentando così la propria “autenticità, località e tipicità”.

I gemellaggi possono quindi partire: la prima iniziativa “adotta una stalla” si realizzerà in anteprima assoluta il 24 aprile per gli ospiti dell’hotel Tressane e l’Isolabella rispettivamente presso la stalla di Gianmaria Turra e Flavio Turra di Tonadico e presso quelle di Giacomo Broch e Giancarlo Scalet di Passo Cereda. Con la stagione estiva tutti gli alberghi aderenti al progetto proporranno questa esperienza ai propri ospiti. Sarà questo, speriamo, il primo passo per un incontro fruttuoso tra mondi vicinissimi ma allo stesso tempo slegati: il turismo (sempre meno di massa), l’agricoltura (che sta tornando ad essere un elemento centrale dell’economia valligiana) e la cultura (troppo spesso trincerata dietro un inutile senso di superiorità).

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Angelo Longo

Nasce nel novembre del 1983. Vive da sempre con Primiero una seria e ridicola relazione di amore-odio. Per lui CartaPestaNews è una sfida sociale e culturale.

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