Economia Turismo

Cultura, cibo e valorizzazione del territorio. Primiero ospiterà Roberta Garibaldi, fra le più importanti esperte italiane di economia e marketing turistico.

nutrire il Domani
Scritto da Luca Speretta

Lunedi 29 maggio, alle ore 20.15 presso il Teatro Oratorio di Pieve, Roberta Garibaldi parteciperà alla tavola rotonda del progetto “Nutrire il Domani. Riflessioni su cibo e turismo gastronomico nel territorio di Primiero e Vanoi” e sarà questa l’occasione per conoscere più da vicino il suo punto di vista e coniugare così i suoi spunti conoscitivi al contesto locale.

Roberta GaribaldiIn questo periodo cibo e cultura sono fra i temi più discussi a Primiero, questo grazie all’iniziativa “Nutrire il Domani” (di cui abbiamo già parlato in precedenza) e al progetto di riapertura di Palazzo Scopoli quale spazio dedicato proprio al cibo, alla produzione locale e alla tipicità alimentare primierotta. Queste due proposte sono accomunate dall’obiettivo di avviare un dialogo tra tutti gli attori interessati, una soluzione inedita che trova ancora molte persone impreparate, capace non solo di affascinare il turista ma anche e soprattutto di raccontare il nostro territorio. Grazie alla combinazione di questi elementi, abbiamo pensato potesse essere interessante proporre un’intervista a Roberta Garibaldi.

Chi è Roberta Garibaldi? E’ uno dei massimi esperti in Italia di turismo enogastronomico, persona poliedrica che ha dedicato la maggior parte del suo tempo e delle sue energie alla ricerca delle connessioni tra il cibo e il turismo culturale.  Queste ricerche l’hanno portata ad essere non solo docente di Marketing ed Economia delle Imprese Turistiche presso l’Università di Bergamo, ma anche ambasciatrice per l’Italia presso la WFTA (World Food Travel Association) e membro della IGCAT (The International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism). Un incontro estremamente interessante, durante il quale sono emersi passione, competenza e numerosi spunti di riflessione.

Per questa indagine siamo partiti dal principio, dalla definizione della materia e abbiamo chiesto a Roberta Garibaldi: come possiamo parlare di cibo in termini culturali e che cosa si intende per “cultura del cibo”?

“È chiaro che il cibo trasmette la cultura del territorio in cui è prodotto, è una risposta culturale all’omologazione del mondo. Il cibo è quindi portatore di cultura locale e risulta quindi un elemento del turismo culturale (basti pensare al primo rapporto sul turismo enogastronomico delle Nazioni Unite che lo ha inserito a pieno titolo nel turismo culturale). Il turista vuole sentir parlare ed entrare in contatto col settore alimentare: dalle nostre indagini emerge che addirittura il 93% dei turisti vuole vivere delle esperienze enogastronomiche memorabili all’interno dei propri viaggi. Dunque: il cibo può essere definito cultura nel momento in cui diventa il mezzo attraverso il quale condividere i sapori e i saperi del territorio, un elemento fondamentale di crescita locale e promozione di tutto il territorio.”

Ma che cosa si intende nello specifico per “esperienza enogastronomica”? Il turista ricerca questi momenti, nell’arco del proprio soggiorno, esclusivamente per sperimentare nuovi gusti o anche per avvicinarsi al territorio?

“Per esperienza enogastronomica si intendono tutta una serie di attività orientate al cibo: una degustazione, un pranzo al ristorante, l’acquisto di prodotti tipici piuttosto che una visita ad una cantina, partecipare ad un festival del cibo, un itinerario del gusto o una semplice lezione di cucina. Le esperienze enogastronomiche di oggi sono ad ampio raggio: la sfida è quella di diversificare creando delle esperienze innovative, emozionali e curiose per il visitatore. Le statistiche presentano un turista enogastronomico, ovvero colui che pone al centro della sua vacanza la motivazione food, che rispetto al turista generico ha una propensione più alta a svolgere altre attività culturali sul territorio.”

Appare evidente come sia fondamentale, per qualsiasi destinazione turistica, raccontarsi e promuoversi attraverso la propria cultura del cibo. Assistiamo ad una vera e propria inversione dei termini: non parliamo di cultura che coinvolge il cibo ma di cibo che diventa tramite per parlare di cultura. Entriamo più nel dettaglio: perché è importante promuovere una destinazione turistica tramite la propria cultura del cibo e dell’enogastronomia?

“Innanzitutto il turista cerca sempre di più questi elementi: sono elementi caratterizzanti del territorio e rappresentano un arricchimento trasversale per ogni categoria di turismo. Inoltre il turismo enogastronomico “puro” rappresenta un’ampia quota del mercato turistico: sempre dalle nostre ricerche rileviamo come il 43% dei turisti abbiano fatto nel corso degli ultimi due anni almeno un viaggio spinti dalla motivazione food. In questo caso dobbiamo realizzare un’offerta dedicata: le ricchezze enogastronomiche possono caratterizzare il territorio e creare una motivazione primaria di visita. Questa motivazione deve partire dalla selezione di alcuni prodotti specifici da poter acquistare, degustare e sui quali poter organizzare esperienze particolari sul territorio.”

Considerato il valore di una promozione orientata alla cultura del cibo che caratterizzi e identifichi il territorio, quali sono i principali elementi capaci di veicolare queste specificità locali?

“Sicuramente non esiste una risposta univoca: si deve partire dall’evento da comunicare e dai target attesti per poi definire l’insieme dei canali da utilizzare. L’offerta dovrà essere definita e segmentata in base al target che si intende coinvolgere. Inoltre dobbiamo sottolineare la grande rilevanza del mondo digitale e l’impatto dei social e del video. Il turista enogastronomico prende molte decisioni durante la vacanza e quindi diventa importante la connessione e la presenza di informazioni puntuali e complete online.

nutrire il DomaniSappiamo anche che le connessioni via smartphone hanno superato quelle via desktop. Aspetto ancora più determinante nel momento in cui ci si trova in viaggio, senza il proprio computer di casa. Per questo il sito e tutta la comunicazione deve essere studiata ed adeguata per essere fruita da mobile.”

Come abbiamo detto in apertura cibo e cultura sono fra gli argomenti più discussi a Primiero, anche grazie a recenti progetti come la riqualificazione di Palazzo Scopoli. Dopo una brevissima introduzione al progetto abbiamo chiesto alla Garibaldi quale fosse la sua opinione in merito.

“Io credo molto a questi luoghi di incontro e scambio: sto curando una ricerca proprio dedicata ai musei del gusto italiani. Sono stata di recente a Bordeaux a visitare la Città del Vino dove ho potuto constatare come l’organizzazione di spazi e servizi correlati agli eventi dedicati al food possano attirare un numero di persone molto alto, decisamente maggiore rispetto ai risultati dei musei italiani. Credo quindi che gli spazi di questo tipo possano davvero essere un attrattore fondamentale: possano avviare riflessioni virtuose sul rapporto tra cibo, territorio, comunità locale e turista.”

In conclusione abbiamo voluto capire di cosa si occupasse, e come fosse strutturato, “In Viaggio per Cibo e Vino”: l’ultimo libro della Garibaldi dedicato al turismo enogastronomico, secondo i suoi principali aspetti caratterizzanti.

“Si tratta di un saggio, strutturato come una sorta di ricettario, dove ogni capitolo esplora una particolare tematica legata al turismo enogastronomico: vengono analizzati gli stakeholders,  il profilo del target turistico, come costruire le esperienze turistiche, la rilevanza di arte, food e turismo per l’Italia, e per finire il tema della sostenibilità.”

 

 

 

 

Luca Speretta

Furlano di nascita e primierotto d’adozione, si sente triestino nel cuore. Appassionato da sempre di comunicazione e Web, vede CartaPesta come un funambolico collettivo di menti ispirate.
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