Turismo

Sci da fondo in casa nostra

A Imèr si riprende a sciare sulla pista da fondo in località le Peze. L’apertura per la stagione invernale è del 19 dicembre scoro. L’area adibita allo sci nordico, presenta due piste, praticabili anche nelle ore serali, poiché è munita di un illuminazione elettrica. Più nord a Passo Cereda, la situazione non è delle migliori; tant’è che solo due piste su cinque sono ad oggi praticabili.

Ski Area le Peze: “che questión col gat”

L’apertura invernale della pista del fondovalle ha visto nell’estate precedente delle diatribe politiche che sembrano essersi ora risolte. Lo scontro è avvenuto tra il sindaco di Imèr, Gianni Bellotto e il sindaco di Primiero San Martino di Castrozza Daniele Depaoli. Tema? l’acquisto e il finanziamento del battipista.

Ski Area Le Peze, Imer

Ora il battipista è stato acquistato ed è funzionante. Già in data 11 settembre il sindaco Depaoli aveva comunicato di aver pronti 80 mila euro per l’acquisto del mezzo, ma non sono subito entrati nelle casse del comune del fondovalle. Lo scetticismo da parte del comune di Primiero era circa il versamento della quota non all’amministrazione di Imèr, bensì al gruppo sportivo Pavione, che ne è il diretto gestore. Questo passaggio non da comune a comune, ma da comune ad associazione sportiva, è dovuto a un fatto tecnico-amministrativo. Ovvero: “L’operazione di acquisto – spiega Gianni Bellotto – di tale mezzo usato può essere effettuata solamente dal G.S. Pavione, con il concorso di tutti i Comuni della Valle (considerata la valenza intercomunale della pista da fondo di Imèr), dal momento che il Comune di Imèr, come tutti i Comuni, è tenuto, per l’acquisto diretto di beni mobili, a seguire un percorso amministrativo particolare e complesso che comporta spesso costi maggiori e, in particolare, ben difficilmente consente l’acquisto di prodotti usati. Infine, faccio notare che acquistando il battipista tramite il G.S. Pavione, previa convenzione tra tutti i Comuni finanziatori che disciplini proprietà e modalità di utilizzo di tale mezzo, andiamo a concretizzare un notevole risparmio di spesa pubblica”.

La questione è semplice: i comuni non possono acquistare beni usati, ma solo nuovi, previo bando precedentemente pubblicato. Quindi per un risparmio, si è pensato di acquistare un mezzo di seconda mano, comprato direttamente dal G.S. Pavione.

I dubbi di Depaoli vertevano attorno al fatto che questo tipo di passaggio richiede delle dinamiche diverse rispetto ad un passaggio tra comune e comune. Il passaggio doveva prevedere infatti l’approvazione del regolamento che disciplina le concessioni di contributi ad enti ed associazioni, regolamento in vigore in tutti i comuni del soprapieve prima della fusione e non ancora approvato dal comune unico. Comunque sia gli 80 mila euro provenienti dal Comune di Primiero San Martino di Castrozza sono stati versati al comune di Imèr. Il quale provvederà a versare la quota al gruppo sportivo dilazionata in quattro rate, secondo termini amministrativi e finanziari.

Ad oggi, la Ski Area Le Peze, ad Imèr, ha un battipista costato 125 mila euro, ripartiti tra i diversi enti comunali. Ad occuparsi del tracciato sono quotidianamente i volontari del G.S. Pavione e nonostante la totale assenza di neve, questa è garantita tramite un cannone delle nevi. Col battipista si è creata una valida amicizia che gli ha dato il titolo, non senza tanta ironia, di “Gatto delle Brose”, poiché, come si capisce, sotto i suoi cingoli a passare non è solo la neve.

Archivio foto storiche Imer

La questione ha interessato tanto gli amministratori quanto i cittadini, i quali avevano lanciato nella primavera scorsa una petizione affinché la situazione si risolvesse e la pista si potesse fare. La petizione lanciata sul noto sito Change.org, che si occupa di iniziative popolari, era rivolta proprio agli amministratori locali. Tale iniziativa non ha raggiunto l’obbiettivo di 500 firme, ma si è fermato ad un numero comunque abbastanza considerevole di 204.

Questa vicenda non è scevra da morale, e ci pone difronte al fatto che la valle di Primiero rimane ancora frastagliata e campanilista, se non totalmente, almeno in parte. I beni sovracomunali, e quindi di tutti, ancora faticano ad essere tali. Chi spinge in un senso, chi spinge nel senso opposto. Ed anche questa vicenda mostra, nelle sue sfaccettature interne, i limiti di una politica comunitaria, tanto osannata quanto spesso tradita.

Sci da Fondo: Turismo Slow

Lo sci di fondo è sicuramente un’alternativa notevole rispetto al più comune sport invernale, ovvero lo sci da discesa. Sono questi anni in cui la mancanza di neve fa riflettere sul futuro delle stagioni invernali di casa nostra. Ripensare in chiave nuova l’inverno alpino sembra da più parti un esigenza profonda. E le domande a monte sono: cosa proporre quando la neve è assente? E come individuare ed attivare un offerta alternativa ad hoc?

Passo Cereda inverno

Passo Cereda, Inverno 2014. Foto di Flavio Broch

Le risposte possono essere svariate, ma non tutte sicuramente si adattano al nostro ambiente. Lo sci da fondo, come dicevamo, può essere un alternativa interessante. E perché questo?

  • Fa bene. E a tal proposito numerose sono le sane ripercussioni fisiche. Bene fa anche a chi ama un turismo slow (e non solo a loro). È infatti uno sport che non richiede particolari infrastrutture e che permette un contatto e un ascolto della natura assoluto, quasi poetico.
  • È uno sport (più o meno) sostenibile, soprattutto perché non necessità di impianti di risalita. Nulla fosse però, per la mancanza di neve,  problema ossessivo che di questi tempi sembra mai come oggi assillarci.
  • È uno sport economico, o meglio con costi minori rispetto al più diffuso sci da discesa. Dati alla mano infatti, i costi per una giornata sulle piste da fondo si aggira attorno ai 4-7 euro a persona per l’entrata. Contando pure che i bambini sotto l’età dei 10 anni, in numerose Ski Nordic Aree, non pagano. Aggiungiamoci inoltre il noleggio delle attrezzature, che non supera mai i 15 euro a persona. Mettiamoci anche un tè caldo e un dolce tipico, e siamo ancora sotto ai 30 euro a persona. Non male vero?

Da un lato le spese degli utenti, dall’altro le spese di gestione. Prendendo d’esempio la pista di cui abbiamo parlato, ovvero quella del fondovalle, l’ente gestore riferisce che i costi si aggirano attorno ai 30-40 mila euro per stagione. Ad incidere nei costi è la produzione della neve e il noleggio, se assente, del battipista.

La faccenda “turismo invernale” per la Valle di Primiero resta una questione annosa ed urgente. Le proposte alternative al turismo di vecchia data, ancora sono da individuare. Qualcosa forse sembra muoversi. L’opinione pubblica da i suoi pareri: “Svecchiare un qualcosa di obsoleto” dice in coro. Ma nonostante questo, non sono pochi i dubbi contro cui dobbiamo fare i conti. E le domande a monte che ci vengono sono: come mai sempre tardi ci si accorge che le cose non vanno? E perché si finisce sempre a rattoppare, per far andare avanti il treno?

Picozze, climb e ghiaccio. Foto di Ruggero Alberti

 

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Valentino Bettega

Il più giovane del gruppo, classe 1995, diviso tra Primiero e Bologna, studia teatro e si occupa di cultura in genere. Per lui CartaPestaNews è una sfida allettante, nonché un progetto emozionante e stimolante a cui dedicare passione e talento.
Scrivi a valentino@cartapesta.news

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