Società

Felicità Interna Lorda, un calcolo applicabile a Primiero

Scritto da Greta Ruaro

Il Bhutan è un piccolo regno appoggiato in un fianco delle montagne dell’Himalaya. È dal 2006 una monarchia costituzionale a seguito dell’abdicazione del precedente re in favore del giovanissimo figlio Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, V Re Drago di Bhutan. Pensate, è nato nel 1980, ha studiato negli USA e nel Regno Unito, ha una laurea in scienze politiche e ben sei lauree honoris causa; quello che però più ci interessa è il suo impegno a portare avanti l’idea del calcolo del FIL (Felicità Interna Lorda) altrimenti detta GNH (Gross National Happiness).

Non è una lezione di geografia, ma uno spunto per una piccola riflessione su quanto e come questo modello di calcolo si potrebbe applicare alla nostra Valle. Le similitudini ci sono: la popolazione è ridotta e tenuta vicina e unita dal contesto orografico, il nostro territorio ci caratterizza fortemente, dandoci identità ma allo stesso tempo separandoci dal resto del Paese.
Ma siamo felici? Qualsiasi turista potrebbe rimanere sconvolto da questa domanda: come si potrebbe non esserlo, vivendo in un posto come questo?
Eppure c’è tristezza, malcontento e una diffusa apatia nella nostra popolazione. Allora, come misurare la felicità primierotta, per individuare le carenze ma anche le ricchezze, per trovare i nostri punti di forza ma anche quello che ci manca per essere davvero felici?
Ecco, qui entra in gioco l’esperienza del Bhutan, perché non guardare a grandi esempi, per studiare il nostro piccolo? ¹

La cosa che più mi ha emozionato è stata questa dichiarazione:
“La felicità deve essere considerata un bene pubblico” (Phuntsho Rapten, un membro del Consiglio del Bhutan), che io ho interpretato così: il Governo deve avere cura della felicità del cittadino ma allo stesso modo deve essere il cittadino ad esercitare il suo diritto alla felicità, partecipando attivamente nella sua ricerca, realizzazione e mantenimento.
Tutti noi, in quanto abitanti di questa valle, siamo chiamati a salvaguardare la felicità, individuale e collettiva. Questo è un concetto meraviglioso, tanto da chiedersi perché non sia un principio fondante della collettività cittadina.

Entrando nel vivo, i punti indagati, nel Bhutan, per il calcolo della felicità della popolazione sono i seguenti:

  • benessere psicologico
  • salute
  • uso del tempo
  • istruzione
  • multiculturalità
  • buon governo
  • vitalità sociale
  • tutela della biodiversità
  • qualità della vita

Secondo voi come ne uscirà la nostra Valle da un’indagine su questi punti chiave?

Per informazioni più precise nel calcolo del FIL vi rimando qui, dove vengono spiegati tutti i passaggi del calcolo che, pian piano, eseguiremo anche noi basandoci però sui dati primierotti.

¹ Non che il Bhutan sia propriamente il modello di virtù da seguire, se vogliamo buttare un occhio a quello che è successo non molti anni fa e parlare della “epurazione” della popolazione con l’espulsione degli Lotshampa. Certo non è un buon punto di partenza per la caratteristica di “multietnicità” sottolineata nei fattori del loro calcolo del FIL. Ma per fortuna l’Italia è un paese civile e non ha queste tendenze xenofobe, vero?

Greta Ruaro

Fin dall'infanzia faceva disperare tutti con estenuanti "perché?". Ora che finalmente si fa le sue ricerche per conto suo desidera redimersi, offrendo dei "perché...": CartaPesta News le dà questa opportunità.
Scrivi a greta@cartapesta.news

3 Commenti

  • Sulla questione merita leggere l’articolo di oggi sulla Stampa di Andrea Goldstein “Da sud a sud le nuove rotte della speranza” dove viene evidenziato che: “E anche nel Paese che ha scelto di massimizzare la felicità e non il Pil, il Bhutan, gli immigrati nepalesi sono vittime di molte discriminazioni”. Così va il mondo al di là delle misurazioni !

  • Plaudo a questa iniziativa di CartaPesta, che seguirò nell evoluzione della raccolta dati per capire a che quota FIL siamo, anche se immagino che per digerire il dato finale sarebbe il caso di porci a confronto con altre realtà a noi consimili sulle Alpi.
    La discriminazione e la difficoltà di convivenza multietnica é un dato presente ovunque, Primiero non ne é esente, sebbene mai raggiunge ne raggiungerà concetti di epurazione, ma la condivisione del sentimento nei confronti di un “foresto” non pagante ci rende simili.
    Ancora una volta anche al Bhutan.

    Buon lavoro Greta !

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