Società

Chi sono i profughi? Alcuni numeri per capirlo

Torniamo ad occuparci di profughi, cercando di scavare un po’ a fondo per affrontare in maniera corretta una questione che spesso viene trattata in maniera assolutamente superficiale. Cerchiamo allora di incominciare dalla domanda più banale del mondo: chi sono i profughi?

Come già scritto precedentemente, in questo articolo, Primiero è diventato un territorio d’accoglienza, seppur con dei numeri abbastanza limitati. A gestire la questione richiedenti asilo è direttamente la provincia, la quale si incarica anche del sostentamento economico e la loro distribuzione sul territorio. È notizia aggiornata del 30 novembre scorso (fonte Cinformi) che la provincia di Trento ha raggiunto il numero di 1.461  Richiedenti Protezione Internazionale inseriti nei nostri territori.

“I profughi sono distribuiti in 45 territori comunali diversi; la maggioranza dei migranti accolti (67%) si trova nei comuni di Trento e Rovereto. Il 53% del totale dei profughi è alloggiato in strutture collettive di prima accoglienza, mentre il 47% dei migranti si trova in appartamenti sul territorio da circa 4 persone. Per quanto riguarda le provenienze, il 73% è originario dell’Africa subsahariana (Nigeria, Mali, Gambia) e il restante dall’Asia (Pakistan, Bangladesh, Afghanistan). La componente femminile si attesta sul 15% del totale dei richiedenti protezione internazionale accolti in Trentino”.

L’ex assessore Borgonovo Re con alcuni profughi.

La Questione profughi di cui si parla è regolata sulla base di un protocollo d’intesa tra la Provincia Autonoma di Trento e il Commissariato del Governo. Tale protocollo stabilisce la divisione delle quote in base a alla popolazione trentina. Quindi alla nostra provincia spetta l’0,9% delle persone accolte a livello nazionale. Il numero massimo di richiedenti ,secondo il protocollo di cui sopra (se non viene modificato), è di 1.474.

I  soggetti accolti sono attualmente divisi in tre categorie. Con precisione:

  • 1.261 Accoglienza straordinaria;
  • 149 Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati;
  • 51 altri progetti

Sono queste, tre categorie che non presentano differenze così marcate. Nella sostanza i soggetti sono tutti definibili come “da protetti”, nel senso che un ritorno nel loro paese vorrebbe dire per loro conseguenza pesanti, come il rischio della propria incolumità personale. Poiché provengono da territori tendenzialmente colpiti da guerre e scontri interni.

Oltre ai numeri, di cui ci dobbiamo occupare, è bene capire anche chi è il profugo che arriva in Trentino. Secondo i dati del centro Cinformi della provincia, che si occupa da diversi lati del problema, chi arriva è:

  • Giovani: Età media 25 anni
  • Nazionalità varie (subsahariane e asiatiche)
  • Provenienti dalla Libia
  • In Libia lavoravano (edilizia, agricoltura, ristorazione)
  • Costretti a lasciare la Libia (guerriglia e persecuzioni)
  • Soccorsi in mare (Mare Nostrum/Triton)
  • Richiedenti protezione internazionale

Ad ottenere lo status di rifugiato, secondo art.1A della Convenzione di Ginevra del 1951 è:

“La persona che “(…) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese (d’origine)(…)”.                                                                                                                                                                                        

L’iter per ricevere la Protezione Internazionale è abbastanza lungo, ed in alcuni casi può essere negata dalla commissione (appositamente costituita per valutare ogni singolo caso). Questo significa che chi raggiunge i territori, come quello trentino, non ha alcuna certezza di poterci rimanere. In seguito ad un rifiuto il soggetto richiedente può fare ricorso e rimanere sul territorio in attesa dell’esito dello stesso, secondo i termini stabiliti dall’ordinamento, ma qui le cose iniziano a farsi un po’ più complicate, e che vanno oltre la domanda a cui questo articolo vuole rispondere.

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Valentino Bettega

Il più giovane del gruppo, classe 1995, diviso tra Primiero e Bologna, studia teatro e si occupa di cultura in genere. Per lui CartaPestaNews è una sfida allettante, nonché un progetto emozionante e stimolante a cui dedicare passione e talento.
Scrivi a valentino@cartapesta.news

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