Società

Imprenditoria a Primiero: storie di giovani (e non) che hanno deciso di provarci da sé

Scritto da Silvia Sperandio

Crisi, disoccupazione, risparmio, cassa integrazione. Pensavamo appartenessero ad un mondo più grande, e invece sono ormai termini che si applicano molto bene anche alla nostra piccola valle, che forse non è più quell’isola felice che avevamo sempre considerato tale. Inevitabilmente anche la valle di Primiero è stata raggiunta dalla crisi economica, dalla mancanza di lavoro e da tutte le conseguenze ad essa associate.

La realtà ci impone impietosa un quadro economico-lavorativo fatto di famiglie che non hanno più entrate (o comunque meno reddito rispetto al passato) e di giovani che, finiti gli studi, non hanno grandi possibilità di entrare nel mondo del lavoro, specialmente quando il titolo di studio è elevato.

Ma dare un’immagine negativa, catastrofica e irrimediabile è sport facile e fin troppo praticato, e quello che ci proponiamo di fare è l’esatto opposto, proponendo esempi positivi di persone che qui a Primiero si sono messe in gioco, hanno creduto in loro stesse ed hanno rischiato il tutto per tutto: inventandosi, come chi ha creato dal nulla una nuova attività; o reinventandosi, come chi, già occupato in un lavoro, lo ha abbandonato (o è stato costretto a farlo) e si è lanciato in una nuova impresa.

La rubrica di CartaPesta che con oggi apre i battenti presenterà quindi le storie di queste persone, giovani e meno giovani, che hanno creduto in loro stesse e con grande positività e ottimismo hanno creato dei casi esemplari che tutti noi possiamo guardare con un certo orgoglio per la nostra piccola realtà di montagna.
Cercheremo di scoprire, partendo dalle radici, la storia pregressa, le motivazioni, gli ostacoli, le cause, le difficoltà e le passioni che hanno portato ai risultati attuali; cercando anche di volgere lo sguardo un po’ più avanti nel tempo.
Altro obiettivo ambizioso è quello di riuscire, ripercorrendo le storie e i casi presi in analisi, a ricavare alcuni dati riguardo l’effettiva occupazione di Primiero, in particolar modo quella giovanile.
Quanti sono i disoccupati nella valle? Quanti i giovani laureati che hanno ottenuto un lavoro qui e quanti invece hanno dovuto lasciare Primiero ed emigrare in altre città italiane o addirittura all’estero?

Insomma, lo scopo di questa rubrica è in primis quello di dare una visione positiva della nostra epoca raccontando le storie di chi ce l’ha fatta, ma anche quello di fare un po’ di chiarezza su tutto quello che riguarda il mondo del lavoro a Primiero.

Silvia Sperandio

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