di Irene Grazzi
Primiero possiede un patrimonio che non capitalizza; si tratta della ricchezza artistica e culturale che questa valle ha “tra le mani”, ma che non conosce, perché con un meccanismo quasi autistico o quantomeno ripetitivo, si affida spesso al folklore per rappresentare i “saperi” del territorio.
Prendendo spunto da una frase di Federico Dragogna del gruppo musicale i Ministri, che definisce l’Italia “uno stato che fatica a trovare una nuova identità culturale, rischiando di essere un autogrill della cultura”, la dimensione culturale di Primiero rischia di essere consumata nello stand di una sagra.
E se ci fossero venature con un DNA diverso nel nuovo patrimonio genetico della cultura Primierotta?
Spesso rimangono sconosciuti dei talenti che questa valle ha coltivato, stimolato e su cui poi non ha investito; professionalità che non trovano naturale sbocco immediato in una Valle dolomitica, ma che con le esperienze maturate fuori da Primiero, potrebbero riportare stimoli e competenze, trasmettendo da queste “venature” una linfa nuova.
La rubrica Portrait prenderà il via con l’intervista a Michele Bonfante, per iniziare ad alimentare dei dubbi rispetto a quanto capitale umano del territorio sia conosciuto e potenzialmente speso per valorizzare il territorio stesso in chiave creativa, artistica e culturale.
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