Società

Banca del Tempo: il valore dello scambio sociale

Scritto da Greta Ruaro

Nel corso delle nostre ricerche sul tema dell’Uso del Tempo nel calcolo della FIL di Primiero, ci siamo imbattuti in questo gruppo informale che si chiama Banca del Tempo di Primiero.

Le Banche del Tempo esistono già da decenni; sembra siano nate nel Regno Unito negli anni Ottanta e in breve tempo hanno preso piede anche in Italia come Associazioni di volontariato nelle quali avviene un libero scambio di competenze, “pagate” a ore di lavoro anziché con valuta.
Le competenze sono le più svariate, dalle ripetizioni scolastiche alle preparazioni culinarie, ma anche lavori di giardinaggio o riparazioni elettriche. Tutto quello che gli iscritti sono in grado di offrire forma lo specchio di competenze offerte ai “correntisti” delle banche del tempo; più grande è una banca del tempo, insomma, più varie e interessanti sono offerte e richieste.
Questo tipo di attività va ad inserirsi nella corrente delle “economie orizzontali” di cui si è già accennato nell’articolo sullo Swap; slegandosi dal concetto di “denaro” si ricorre allo scambio tra persone, stavolta non di beni ma di capacità manuali o intellettuali.
Questo da un lato aiuta il portafoglio, dall’altro rafforza, o va a creare, legami tra le persone che formano una comunità.

Abbiamo fatto quindi una piacevole chiacchierata con l’attuale presidentessa, Elena Vicenzi, che ci ha spiegato cosa è e come funziona la “nostrana” Banca del Tempo.

Come e quando è nata la Banca del Tempo?

È nata nel 2012, quando un gruppo di una decina di persone motivate a provare hanno dato il via al progetto prendendo il contatto con la rete delle Banche del Tempo trentine. Inizialmente è stata sostenuta da Trame E Terra e Rete Genitorialità, poi però il gruppo si è rafforzato e ha iniziato a camminare con le sue gambe, da allora il numero di iscritti è lentamente ma costantemente aumentato.

Come si definisce questa Associazione?

Si tratta di un Gruppo di Fatto. Abbiamo cercato di non ingessarci in strutture che, per i tempi che corrono e per il tempo che abbiamo, ci avrebbero creato nuovi compiti ed oneri.
Esiste ovviamente un regolamento a cui i soci devono attenersi, ma in modo che oggi potremmo definire ‘utopico’, forse ritenuto ingenuo dai più, abbiamo deciso di affidarci al buonsenso, consapevoli che il significato di buonsenso è declinabile da persona a persona; per il momento questo metodo funziona, grazie anche al buon affiatamento del gruppo.
Anche per questo è molto importante partecipare alle riunioni dei soci, durante le quali si creano e rafforzano i legami; questi incontri sono spunti di riflessione sulle abitudini, sull’identità, sulla fiducia reciproca; capita spesso infatti che si consegnino letteralmente le chiavi della propria casa in mano ad un socio, e questo richiede una grande dose di fiducia, non trattandosi di famigliari.
Da queste riunioni, che ormai si susseguono da alcuni anni, è emerso un atteggiamento che accomuna la maggior parte dei soci: ‘chiedere aiuto’ è più difficile di ‘offrire aiuto’. Questo dato di fatto è stato spunto per vari e utili confronti sul senso dello scambio e sugli impedimenti che trattengono un soggetto dal ‘chiedere’.

Come si diventa soci?

Aderire è facile. Noi ci affidiamo soprattutto al passa parola, per cui è sufficiente entrare in contatto con qualcuno che già è socio o in alternativa venire direttamente ad una riunione, che è di regola il secondo martedì di ogni mese pari, in orario serale. Di solito le riunioni avvengono presso la sede di un’altra Associazione, messa a disposizione da due socie, presso le ex scuole elementari di Imer.
Nel momento in cui si decide di entrare nella Banca del Tempo, si compila un modulo con i dati anagrafici e un recapito mail e/o telefonico. Sul modulo vengono anche indicate offerta di servizi e competenze, tenendo presente che questa indicazione non è vincolante. Vale a dire che anche se tra le mie competenze non compare la tinteggiatura di interni, se un collega richiede il servizio, nulla impedisce che io possa erogare tale servizio.
Abbiamo anche pensato di costituire un piccolo fondo cassa per coprire eventuali spese minute e di economato. Così come abbiamo pensato di costituire un ‘fondo cassa tempo’ della banca, per fare fronte ad eventuali inadempienze.

Parlando dei servizi che il nuovo socio intende offrire, è necessario avere competenze particolari?

No, anche perché i servizi più richiesti sono quelli legati alla vita di tutti i giorni: dal baby-sitting all’aiuto nei lavori domestici. Se si hanno competenze particolari, accademiche o per vita vissuta, metterle a disposizione del gruppo è una scelta del singolo socio che va ad arricchire lo specchio dell’offerta ai correntisti.
Risponderei piuttosto che l’unica cosa necessaria è avere tempo, tempo da dedicare agli altri.
La maggior parte di noi tende a credere di non avere tempo, ma spesso è solo frutto di una percezione distorta; lo scambio tra persone, di fatto, avviene in continuazione nella nostra vita quotidiana.

Come funziona, all’atto pratico, uno scambio all’interno della Banca?

Quando a un socio serve aiuto per una determinata attività, può decidere di inviare una mail a tutto il gruppo, ad alcuni soci o a un socio in particolare, a seconda della tipologia di servizio richiesto. Per sapere a chi rivolgersi nello specifico, c’è un software, molto facile da usare, nel quale si vede l’elenco dei soci e le loro relative offerte di servizi.
Nel momento in cui il servizio è accordato ed erogato, è cura del creditore aggiornare la propria situazione nei confronti della Banca: il creditore informa la Banca, sempre tramite un software molto intuitivo, del servizio scambiato e automaticamente i ‘conti correnti in tempo’ di debitore e creditore vengono aggiornati. C’è poi un socio che ha la mansione di “banchiere” il quale tiene controllati il “dare” e l”avere” tra i vari correntisti e che fa un periodico rapporto durante le riunioni.
Nel caso, purtroppo capitato, che un servizio non venga “pagato”, vuoi per una dimenticanza, vuoi perché un socio è repentinamente uscitao dalla Banca, interviene la Banca che grazie al suo fondo cassa può saldare eventuali debiti.

Ci sono due cose molto importanti da sottolineare, la prima è che la Banca non “vincola” i soci al dover erogare un servizio, sta nella personale disponibilità del singolo stabilire come e quando rispondere a una specifica richiesta; la seconda è che non vi è gerarchia tra tipologie di servizio. Per spiegare meglio, 30 minuti di attività di stiro valgono tanto quanto 30 minuti di un gioiellere che mi aggiusta il Rolex.
Questo è molto importante perché scardina la nostra abitudine a considerare di maggior valore alcune attività rispetto altre più “umili”; si dà cioè più importanza all’individuo che compie l’azione, e al suo tempo, piuttosto che all’azione compiuta.

Personalmente perché tu sei entrata nella Banca del Tempo?

Per due motivi. Dal momento che non sono originaria di Primiero, e non ho quindi qui la mia famiglia, mi sono scontrata con la necessità di un aiuto esterno per un pet-sitting. In secondo luogo trovo che far parte di un gruppo come la Banca del Tempo sia un momento di aggregazione importante, un momento di scambio che rafforza i legami sociali all’interno della società della Valle.

Perché consiglieresti a qualcuno di entrare a faner parte?

I momenti di scambio tra i soci sono sempre occasione di incontro, divertimento e profondità, sono motivo di riflessione sul valore delle cose e delle azioni, sulla fiducia, sul dialogo e sull’amicizia.
Aderire è come arricchirsi, attraverso le azioni di dare e ricevere, due azioni che enfatizzano l’umanità del rapporto di scambio, sul quale da sempre l’uomo fa affidamento per la sopravvivenza della società.

Vorresti aggiungere qualche considerazione?

Sì, magari una riflessione sulla critica che spesso viene rivolta alle Banche del Tempo. Si dice infatti che le Banche del Tempo possano adombrare gli scambi basati su mutua cooperazione, gratuità, amicizia, ossia, dicono, pur trattandosi di ‘tempo’ e non di ‘denaro’, si ricade pur sempre in una ‘monetizzazione’.
Però, credo, sia necessario fare una distinzione tra quelli che sono scambi e favori che avvengono tra persone intime, amici o parenti, e scambi all’interno di un gruppo più ampio, dove magari non ci si conosce o ci si conosce poco; sapere che ciò che si sta ricevendo non è ‘un favore’ svincola dall’ansia di “dover restituire”, spesso freno alla richiesta di aiuto. Il fatto che la moneta virtuale sia il tempo, rende semplicemente più facile e psicologicamente meno  oneroso lo scambio interpersonale, togliendo il peso del ‘sentirsi in debito’ e liberando uno spazio entro il quale dare e ricevere in modo sereno.

Greta Ruaro

Fin dall'infanzia faceva disperare tutti con estenuanti "perché?". Ora che finalmente si fa le sue ricerche per conto suo desidera redimersi, offrendo dei "perché...": CartaPesta News le dà questa opportunità.
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